N. 170 -
febbraio 2024
Approfondimenti
LA SCUOLA POST DIGITALE
La scuola postdigitale significa che nell’epoca digitale l’interazione analogica nelle scuole è diventata ancora più importante che in passato.
Il rapporto analogico diventa sempre più importante nella misura in cui i media digitali plasmano in modo irreversibile sempre più ambiti della nostra vita.
Quanto più i media digitali plasmano i processi di apprendimento, tanto più acquista importanza l’incontro reciproco, che ha luogo nella scuola, tra insegnanti e allievi, ma anche tra bambini e giovani.
Che le cose siano così deriva dal fatto semplice, ma cruciale, che un apprendimento riuscito dipende solo in minima parte dal metodo di apprendimento o di insegnamento scelto o dagli strumenti di qualsiasi tipo, ma molto di più dalla qualità del rapporto tra insegnanti e allievi. E questo presuppone una presenza analogica.
Nella scuola postdigitale, la digitalizzazione stessa diventa oggetto del discorso condotto in modo analogico. Viene posta con una nuova attualità una serie di grandi domande che riguardano i bambini e i giovani, a seconda dell’età.
Il corpo è una macchina? La coscienza e l’intelligenza sono la stessa cosa? È auspicabile l’immortalità fisica? La capacità etica di giudizio è programmabile? Che differenza c’è tra esprimere un’opinione e fare un’argomentazione? Che significato ha per la democrazia la perdita di uno spazio pubblico comune in internet? E così via.
Di fronte alle possibilità di abusi nei social media e in internet, si accumulano nuovi compiti di intervento e prevenzione, e questo in una dimensione nuova, inedita. Questi sviluppi pongono la professione di insegnante di fronte a un nuovo genere di sfide esistenziali.
La strumentazione digitale della scuola cambia anche il profilo della professione di insegnante.
Quanto più la tecnica digitale viene utilizzata nella scuola ed è destinata a sostenere l’insegnamento, tanto più un insegnamento riuscito dipende da un buon funzionamento della tecnica.
Attrezzare digitalmente la scuola significa quindi molto più che mettere semplicemente a disposizione degli alunni dei tablets, dotare l’edificio di una rete wireless e installare delle lavagne bianche nelle aule.
Anche quando si è riusciti a fare questo, la scuola è ancora ben lontana dall’essere stata «digitalizzata». Nella scuola postdigitale perciò si deve riorganizzare il personale scolastico. L’insegnamento ha bisogno di un maggior numero di servizi tecnici e amministrativi, che al tempo stesso favoriscono uno sviluppo cognitivo, perché nella scuola non si possono separare nettamente pedagogia e tecnica.
Le competenze di lettura, quelle matematiche e scientifiche. Esse sono necessarie per conseguire luna formazione funzionale di base che può servire per la partecipazione alla vita sociale, oltre che per continuare l’apprendimento nel resto della vita.
Ciò include anche la formazione digitale. E fin qui tutto bene. Tuttavia, il ritmo dello sviluppo digitale, con gli effetti distruttivi che comporta, richiede anche la pausa come spazio di libertà per un apprendimento diverso, in cui il tempo dell’apprendimento non sia dettato semplicemente dall’esterno. Ma questa pausa entra spesso in tensione con gli obiettivi funzionali che devono essere raggiunti secondo i programmi.
Gli effetti dell’accelerazione mettono in discussione la scuola come luogo di svago: uscire dall’obbligo della raggiungibilità permanente. Osare l’irraggiungibilità digitale per diventare di nuovo raggiungibili con altre dinamiche. Concedere tempo per riprendere fiato a scuola, tempo per la percezione del corpo, per la consapevolezza interiore, per il silenzio, in particolare per un silenzio condiviso, e non per il silenzio imposto dall’esterno. Un silenzio come parte della cultura scolastica, che a sua volta è presupposto per una cultura dell’ascolto: un ascolto che non si limita a sentire, ma che presta attenzione all’interiorità, innalzando così la qualità della comunicazione al di sopra delle possibilità di una macchina.
Qualcosa del genere può essere praticato con i mezzi più semplici, nei gruppi di apprendimento, come pure nei gruppi più grandi, nelle assemblee, nelle conferenze ecc. La scuola postdigitale è aperta alla dimensione spirituale.
Proprio l’attenzione all’interiorità apre a quelle reazioni interiori di autotrascendenza che poi possono entrare a far parte del discorso educativo.