Editoriale integrato — Ottobre: Integrazione dei migranti
Con l’aumento dei flussi migratori diventa urgente trasformare l’accoglienza in integrazione effettiva, coinvolgendo tutta la comunità. L’inclusione non è un costo da gestire ma una risorsa da costruire insieme: richiede politiche che promuovano la partecipazione civica, percorsi reali di autonomia e servizi che favoriscano la convivenza quotidiana. Come ricorda Papa Francesco, «alla globalizzazione del fenomeno migratorio occorre rispondere con la globalizzazione della carità e della cooperazione»; la politica deve dunque umanizzare le condizioni dei migranti e lavorare sulle cause strutturali che li spingono a partire.
Abdelmalek Sayad definisce la migrazione come un fatto sociale totale: per comprenderla bisogna considerare le condizioni di partenza, i percorsi e le responsabilità delle società d’arrivo. Sayad parla di una «doppia assenza» — dal paese d’origine e dal paese d’arrivo — che produce una condizione di “fuori-luogo” e una caduta sociale. La sfida è restituire spazio sociale ai migranti attraverso percorsi di integrazione che ridiano dignità, opportunità e partecipazione civica.
Don Nicola Bari ha sempre eevidenziato che «non c’è crescita sociale se non attraverso il coinvolgimento e la partecipazione dell’intera comunità sociale» ovvero se non c'è passaggio da uno Stato esclusivamente assistenziale a uno Stato che riconosce le persone come attori dei propri bisogni richiede trasformazioni istituzionali, culturali e relazionali. Difatti, nuovi strumenti sono utili solo se favoriscono cambiamenti nei modi di pensare, nelle pratiche e nelle mediazioni sociali.




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