N. 170 -
febbraio 2024
Letto per voi
A SALERNO un libro per raccontare la psicologia di una città sospesa…
Un libro per raccontare “la psicologia insolita di una città sospesa“
In bilico tra l’ambizione di diventare una metropoli e il desiderio di mantenere i privilegi di provincia. Per troppo tempo, è stata la città di scorta. Poi si è ribellata, si è rifatta il trucco e adesso si concede ma con parsimonia”, racconta la scheda del libro, 200 pagine in vendita al prezzo di 18 euro.
“Proprio come il suo patrono, San Matteo, Salerno è una città a due facce. Dietro le Luci d’Artista, nasconde i carichi di droga che arrivano nel porto. É la città dello struscio al Corso, delle giornate al sole a Lungomare e delle puttane sulla Litoranea. Chi è emigrato qui, ha mantenuto l’identità della provincia. Pubblicamente sbandiera la sua salernitanità, ma quando torna a casa mangia il cibo che ha portato dal Cilento, parla il dialetto lucano dei suoi nonni. Salerno non sa ancora se vuol essere la più settentrionale delle città del Sud o la più meridionale delle città del Nord. Ha una storia antica di cui è rimasta poca traccia e un’architettura moderna di cui ha ancora poca consapevolezza. Salerno ha una psicologia complessa: è il posto che a vent’anni si cerca a tutti i costi di lasciare e a quaranta non si vede l’ora di riavere”.
L’AUTORE
Corrado De Rosa è uno psichiatra. Ha scritto molti saggi sull’uso della follia nei processi di mafia e terrorismo, l’ultimo è Italian Psycho (Minimum fax, 2021). L’allenatore sul divano (Caracò, 2017) è un’analisi semiseria della psicologia calcistica dei tifosi. L’uomo che dorme (Rizzoli, 2018) è il suo primo romanzo.
LA RECENSIONE di Agostino Raff
"Il libro è curioso e importante per integrare un ritratto vivido della città di oggi .
Corrado De Rosa con questo suo "A SALERNO -PSICOLOGIA INSOLITA DI UNA CITTA' SOSPESA (Giulio Perrone ed. RM, 2022) si scatena, con un esibizionismo di (finto) improvvisatore, in un vivace dialgo con chi legge, coinvolgendolo al punto da farlo credere anche lui parlante, magari seduti ad un eterno bar ... Erudito, narciso, abile affabulatore, il suo dato clamoroso è il paragone improvviso su coordinate socio-culturali estese e imprevedibili da giornalista navigato (che magari non è).
La toponomastica ampiamemnte invocata nel libro chiede di essere letta in compresenza di una di quella carte planìmetriche turistiche delle città che si vendevano nelle edicole. Senza questa, la Città di Salerno di De Rosa, al lettore non locale appare una storica, vivace polemica, irequieta città inafferrabile, davvero sospesa come vuole il titolo, nello spazio e nel tempo".