N. 171 -
marzo 2024
Approfondimenti
L'ECOLOGIA DEI MEDIA
L’ecologia dei media, un particolare settore degli studi sulla comunicazione, affronta il proprio oggetto come un ecosistema.
Utilizzando la metafora di un ecosistema naturale, questo genere di studi immagina la comunicazione come un ambiente in cui interagiscono molti elementi diversi. Oltre ai diversi mezzi di comunicazione come telefono, radio, televisione, social media e carta stampata, l’ecosistema dei media include anche persone, idee, culture ed eventi storici. Come in ogni ecosistema, qualsiasi cambiamento in una parte influisce su tutte le altre. Per esempio, immaginiamo uno stagno in una foresta: l’introduzione di una nuova specie di rana avrà ripercussioni sugli insetti che vivono vicino allo stagno, sulle erbe e sui fiori della zona, sugli uccelli, sui pesci e su tutti gli altri organismi.
Nell’ecologia dei media, si osserva la stessa dinamica. Negli ultimi 15 anni, l’avvento degli smartphone, ovvero telefoni cellulari che permettono l’accesso a Internet, ha rivoluzionato i modi di comunicare. Le persone preferiscono inviare messaggi anziché parlare, seguire i feed informativi in continuo aggiornamento invece di leggere un giornale, guardare videoclip al posto di film o televisione, e connettersi ai social media invece di incontrarsi con gli amici. Questo modello di ecosistema descrive l’ambiente comunicativo in cui la società ha affrontato la pandemia di Covid-19. In questo caso, a causare i cambiamenti non è stata l’introduzione di una nuova tecnologia di comunicazione, ma l’arrivo del virus.
Quando è scoppiata la pandemia, l’intera società aveva già affrontato uno sconvolgimento dei suoi modelli comunicativi, seppure relativamente lento. Le istituzioni formative, continuavano a utilizzare la carta stampata, e si faceva un largo uso dell’emittenza radiotelevisiva.
Internet ha introdotto ulteriori mezzi di distribuzione, proponendo siti web, blog, piattaforme social ecc. Fondamentalmente, essi mantenevano un modello basato sulla «trasmissione», ovvero sulla distribuzione dei contenuti da parte delle fonti istituzionali.
I social media, con la loro comunicazione bidirezionale, hanno aperto nuove opportunità e, per loro stessa natura, hanno messo in discussione i modelli di comunicazione già esistenti.
La stessa realtà del privato sociale, sia quella nazionale sia quella locale, ha risposto alla pandemia a tutti i livelli della comunicazione. La comunicazione che ha riguardato la maggior parte delle persone nei Paesi tecnologicamente avanzati si è realizzata online. Quando le autorità sanitarie locali hanno proibito ogni riunione pubblica, le associazioni, tra cui anche la stessa Associazione La Tenda hanno proposto le Messe in diretta streaming, e così si sono incrementate notevolmente le celebrazioni eucaristiche online.
Il Vaticano ha continuato a trasmettere le attività del Papa su mezzi di comunicazione più tradizionali, diffondendo, per esempio, l’indimenticabile benedizione Urbi et Orbi da una San Pietro deserta.
Di fatto, l’ecologia dei media, un campo di studi che esplora la comunicazione come un ambiente complesso, può offrirci una prospettiva storica interessante.
L’ecosistema della comunicazione è in continua evoluzione e talvolta subisce cambiamenti radicali. Tuttavia, sia la società che la Chiesa hanno impiegato decenni, se non secoli, per adattarsi alla prima esperienza di comunicazione di massa, resa possibile dalla stampa. Questo passaggio ha comportato il passaggio dalla cultura manoscritta a una cultura basata sulla stampa, dalla centralizzazione dei prodotti di comunicazione nelle biblioteche alla distribuzione su larga scala attraverso le librerie.
La scuola, come altre istituzioni, ha cercato di mantenere lo status quo ante, controllando la produzione di testi provenienti dalle macchine tipografiche.
