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N. 155 - ottobre 2022
A proposito di

I VENTICINQUE ANNI DI GOOGLE

Breve cronistoria, alcuni prodotti della piattaforma e qualche perplessità sulle attività di questo colosso della comunicazione  online

Google è senza dubbio una piattaforma informatica tanto grande e quanto intrecciata con la nostra vita quotidiana L’azienda ha riconosciuto presto quanto potere sia implicato nel suo desiderio di «organizzare le informazioni a livello mondiale». A proposito di comunicazione, riportiamo, nella ricorrenza del venticinquesimo anno  di vita di Google, una carrellata delle propaggini  del colosso, sorto  per rispondere al quesito: come si fa a reperire online ciò che è rilevante?

Google, non soltanto rende le  informazioni accessibili, ma in qualche modo le controlla, le definisce, le monetizza e si presenta come una forza benigna.

In realtà, Google è diventata una forza potente nel capitalismo della sorveglianza: le persone che accettano senza esitare la raccolta dei loro dati a opera di Google protesterebbero se i governi tentassero di fare lo stesso.

Siccome Google fornisce qualcosa di prezioso, spesso sia la gente comune che i  potenti della terra guardano da un’altra parte o chiudono un occhio sui pericoli impliciti in questo strapotere che, indubbiamente rischia di collidere con la privacy cui ha diritto ogni cittadino.

Molti hanno raccontato la storia di questa azienda. Lo hanno fatto addetti ai lavori, per un totale di oltre 5.000 libri che citano Google nel titoli.

Alcune ricerche inseriscono Google all’interno della più vasta storia della tecnologia o della Silicon Valley9 o nel contesto della storia dei motori di ricerca10. Le opere tendono per lo più ad assumere atteggiamenti non critici e propongono una narrazione piuttosto semplificata della vicenda11. Si concentrano sui fondatori piuttosto che sui risvolti sociali, giuridici o economici. Ma tutte concordano sul ruolo centrale di AdWords, il sistema pubblicitario di Google.

Modelli di acquisizione

Dal momento che Google è cresciuto acquisendo altre società, nella sua avventura se ne inseriscono diverse che in origine erano autonome. Non tutte le attività e le unità di Google sono finite sotto le lenti dell’indagine storica, ma alcune, quando è accaduto, hanno effettivamente attirato l’attenzione degli studiosi.

          Youtube

è nato nel 2005 come sito dedicato allo scambio di video; Google l’ha acquistato nell’ottobre 2006 e ha collaborato con il gruppo interno sia per migliorare le ricerche sul materiale video sia per diversificare e rendere redditizie le offerte, inserendo annunci pubblicitari.

Negli ultimi anni si sono visti alcuni cambiamenti: il materiale proveniente da fonti aziendali è cresciuto rispetto a quello di amatori che pubblicano contenuti «casalinghi», compresi i video promozionali e la pubblicità. Gli influencer, la cui prospettiva non è aziendale ma è comunque professionale, hanno acquisito potere online, sia riguardo al potenziale pubblicitario sia nella formazione dell’opinione su argomenti che vanno dalla politica alla genitorialità. Sono emerse alcune preoccupazioni: questioni di governance della piattaforma, in particolare alla luce di vari scandali; e il tempo che i bambini passano su YouTube e con i suoi influencer, una realtà che riattualizza la necessità dell’educazione ai media come già avveniva nei contesti più tradizionali.

         DoubleClick

Android, un sistema operativo dedicato ai telefoni cellulari, è un altro prodotto che Google ha fatto proprio acquisendolo. Quando nacque, nel 2003, si proponeva di migliorare le fotocamere digitali. Google ha acquisito l’azienda nel 2005, ma, poiché il team di sviluppo originale aveva utilizzato Linux come base, lo ha poi distribuito come sistema open source gratuito. Tuttavia esso incorpora una serie di prodotti Google, come Google Maps e YouTube. Google ha anche personalizzato il sistema operativo Android per la propria linea di telefoni cellulari. Attualmente Android detiene una quota di circa il 75% del mercato della telefonia mobile.

         DeepMind

un’acquisizione europea compiuta da Google nel 2014, opera nell’intelligenza artificiale (AI). Fondata da ricercatori del Regno Unito e della Nuova Zelanda nel 2010, l’azienda ha descritto il proprio scopo come «risolvere l’intelligenza e poi usarla per risolvere tutto il resto». Google utilizza i sistemi di intelligenza artificiale di DeepMind in molti dei suoi prodotti, tra cui il rilevamento delle frodi, le ricerche di immagini, il riconoscimento vocale, la traduzione e Street View. L’approccio tramite AI ha fatto la sua comparsa anche nei giochi e nell’assistenza sanitaria; in quest’ultimo settore ha sollevato questioni sulla privacy dei pazienti. La prospettiva animata dalla sussidiarietà è consapevole delle sfide etiche in questo campo e ha adottato misure per affrontarle: una di esse è stata la fondazione di Partnership on AI, incentrata sulle problematiche sociali.

          Google Translate

lanciato nel 2006, adotta una metodologia di traduzione basata sulla statistica, per la quale sfrutta il suo ampio corpus di testi e successivamente mette in campo le proprie risorse di intelligenza artificiale: «Nel 2015 Google ha iniziato a utilizzare la traduzione automatica neurale (Nmt) per Google Translate. Oltre all’intelligenza artificiale, la traduzione automatica neurale utilizza algoritmi avanzati detti reti neurali. Il software di traduzione automatica neurale è in grado di produrre rapidamente e facilmente traduzioni di enormi porzioni di testo, in modo molto accurato. […] Utilizzando simulazioni basate su come pensa il cervello, gli scienziati sono in grado di insegnare alle macchine a tradurre in maniera più simile a come lo fanno gli esseri umani. Ciò significa che le traduzioni Nmt sono più fluide e più facili da leggere. Anche la traduzione automatica neurale può imparare dagli errori».

Questo approccio basato sull’intelligenza artificiale ha consentito a Google Translate di allargare il numero di lingue che può tradurre e di incrementare la velocità e l’accuratezza del suo lavoro.

          Google Earth

è un’applicazione di mappatura o, più precisamente, un sistema informativo geografico, che consente alle persone di interagire con le informazioni sulla posizione. «Queste mappe possono essere combinate con varie sovrapposizioni, come nomi delle strade, modelli meteorologici, statistiche sulla criminalità, posizioni dei bar, prezzi degli immobili, densità di popolazione e così via, fornite da altre società e individui». Questo sistema è stato utilizzato per gestire operazioni di soccorso, nelle quali ha contribuito a far individuare le necessità e le risorse e a coordinare gli interventi. Google Earth è nato in modo indipendente: una società della Silicon Valley, Silicon Graphics, ha sviluppato originariamente la tecnologia nel 1998 e alcuni dei suoi ingegneri hanno dato vita alla Intrinsic Graphics per esplorare ulteriori possibilità. Questa società a sua volta ha creato una società di mappatura separata, Keyhole, il cui software ha trovato applicazione nei circoli militari e di intelligence degli Stati Uniti e nelle agenzie di stampa. Google ha acquisito Keyhole nel 2004.

          Google Scholar

è stata avviata nel 2004, come frutto dell’impegno di Anurag Acharya e Alex Verstak, due tra i primi dipendenti di Google a lavorare sugli algoritmi di indicizzazione. Google Scholar «tratta le pubblicazioni di riviste accademiche e professionali come un corpus separato e rende facile trovare informazioni che altrimenti rischierebbero di sfuggire»21. Gli algoritmi di Google avevano già dimostrato familiarità con il mondo accademico, fin da quando, agli albori, il metodo citazionale in uso tra gli studiosi universitari ispirò il lavoro di Page e Brin sul posizionamento dei risultati di ricerca. Oltre a elencare le opere trovate online, Google Scholar ha ampliato la base degli articoli scientifici indicizzati: lo stesso Acharya ha contattato vari editori accademici affinché consentissero l’accesso al materiale conservato dietro i loro paywalls e dessero il consenso alla pubblicazione di abstract degli articoli. Google Scholar ha aggiunto una funzione per identificare correttamente gli autori, eliminando le ambiguità connesse agli omonimi.


Non sorprende che Google e i suoi prodotti abbiano avuto un impatto anche sulla stessa ricerca sulla comunicazione. Alcuni studiosi del settore pubblicitario hanno notato come il modello Google abbia letteralmente reinventato la pubblicità, il marchio e la fidelizzazione dei clienti. Gli studiosi di comunicazione sanitaria si concentrano sull’influenza dell’enorme quantità di informazioni che si ottengono attraverso il «Dottor Google». La sfida qui sta nel bisogno di comprendere e applicare tali informazioni e, più di recente, nella necessità di identificare le informazioni false.

Quasi tutti concordano sul fatto che Google ha trasformato diversi aspetti della comunicazione quotidiana, tra cui il giornalismo, l’istruzione e la politica. In quanto aggregatore di notizie (Google News) esso ha allontanato i lettori dalle organizzazioni giornalistiche tradizionali. Questo fatto e il passaggio alle notizie online hanno influito disastrosamente sugli introiti pubblicitari che supportano molti gruppi editoriali, e tale fenomeno si è verificato nei mercati informativi di tutto il mondo. Studiosi di comunicazione lo hanno riscontrato in Australia, Brasile, Cile, Francia, Germania, Olanda, Italia, Spagna e Stati Uniti. Hanno anche monitorato il cambiamento in atto tra fasce di età, che vede i giovani adulti più propensi a utilizzare siti di notizie non tradizionali e anche più disposti a impegnarsi nel giornalismo civico. Alcune facoltà di comunicazione hanno richiamato l’attenzione su come Google abbia cambiato le pratiche educative, come evidenziano titoli come The University of Google di Tara Brabazon e l’articolo apparso nel 2021 a firma di Malin Ideland, «Google and the end of the teacher?».

Google influisce sulla politica, per quanto cerchi di rimanere neutrale. Politici e partiti politici hanno spostato la loro comunicazione nel mondo online, il che la rende agevolmente individuabile nelle ricerche di Google e facilmente misurabile con i dati di Google Trends. Nel tentativo di aiutare il processo politico, Google ha offerto ai politici tedeschi l’opportunità di aggiungere una Fact Box, una «casella di fatti», allegata ai risultati di ricerca. I ricercatori hanno scoperto quello che chiamano «l’elettore Google», ovvero gli elettori che utilizzano Google per individuare maggiori informazioni sulle elezioni. D’altra parte, la facilità di distribuzione delle informazioni ha portato anche a un aumento del materiale fasullo e della propaganda.