N. 176 -
settembre 2024
Letto per voi
LA ROBA E MASTRO DON GESUALDO
"La roba" di Giovanni Verga è una breve novella contenuta nella raccolta pubblicata nel 1883, le Novelle Rusticane. la noella insieme alla La Lupa è una delle novelle più studiate a scuola - ha come protagonista un contadino che, durante la sua vita, è riuscito ad accumulare un'immensa ricchezza.
La riproponiamo in questa sede perchè, in fondo, c’è uno stretto legame tra il tema dell’avidità, l’accumulo di beni materiali e una a patologia come lo shopping compulsivo.
Difatti l’avidità può essere vista vista come una forza che spinge l’umanità verso il progresso anche se come questa visione è ingannevole e dannosa.
La Visione di Giovanni Verga Verga
Giovanni Verga, già alla fine del XIX secolo, aveva compreso i limiti di una società dominata dall’accumulo di beni materiali. Attraverso i suoi personaggi, come Mazzarò e Mastro-don Gesualdo, Verga mostra come l’ossessione per la “roba” possa portare all’isolamento e alla perdita di valori umani fondamentali.
Mazzarò, protagonista della novella “La roba”, è l’incarnazione dell’ossessione per l’accumulo. La sua vita è dedicata al possesso di beni materiali, al punto da sacrificare la propria felicità e i propri affetti. Questo comportamento ricorda molto da vicino la patologia dello shopping compulsivo, dove l’acquisto di beni diventa un fine in sé, portando a un vuoto esistenziale.
La vita di Mazzarò si conclude in modo grottesco, con lui che cerca disperatamente di portare con sé i suoi beni anche nella morte. Questo finale sottolinea l’insensatezza dell’accumulo ossessivo e la sua incapacità di dare un vero significato alla vita.
Gesualdo Motta: Un Tentativo di Redenzione
Con il personaggio di Gesualdo Motta, Verga esplora la possibilità di un cambiamento. Tuttavia, anche qui, l’accumulo di beni e la ricerca di legami affettivi si rivelano insufficienti per trovare una vera felicità. La sua fine, circondato dall’indifferenza e dall’invidia, riflette la solitudine che spesso accompagna chi è ossessionato dal possesso.
Occorre allora una riflessione profonda sull’inganno del consumismo e sulla patologia dello shopping compulsivo.
Attraverso le storie di Mazzarò e Gesualdo, ci viene mostrato come l’accumulo di beni materiali possa portare a una vita vuota e priva di significato. Un monito a riscoprire valori più autentici e a non cadere nella trappola del consumismo sfrenato.
